Un assedio senza fine

La perdita della sovranità monetaria ha fatto soccombere gli Stati privandoli della possibilità di armonizzare i fattori dell’economia e la vita collettiva. Travolti dalla dittatura finanziaria, che ha svalutato tutti i valori, che ha ucciso  l’inestimabile, il disinteressato ed il gratuito, il loro attuale compito è quello di facilitare i programmi delle élites globaliste. Uno Stato che non può battere moneta, che non può spendere a deficit  per tutelare contemporaneamente lavoratori ed imprese, costretto ad indebitarsi per garantire finanche dei servizi essenziali, pur aumentando la pressione fiscale di massa, non ha alcuna possibilità di durare nel tempo. Uno Stato privato della sovranità monetaria, per di più strangolato dalle banche, è costretto a procurarsi i mezzi finanziari attraverso un sistema tributario che colpisce sempre più pesantemente i ceti deboli, fino ad arrivare allo stalking. L’Italia, da sempre preda di cento ed una mafia, con una storia offuscata da stragi e trame eversive, soggiogata nel suo divenire da una catena di poteri occulti, resa scacchiera di giochi politici sovranazionali, parassitizzata con grande impeto dai partiti politici, è finita in ultimo nel vortice del dogmatismo finanziario di stampo anglo-americano. Dopo che la cosiddetta classe dirigente ha progressivamente elevato la corruzione a sistema di governo, facendo pagare il conto agli Italiani, oggi gli stessi debbono sopportare un vero e proprio dumping economico-sociale perché, secondo gli officianti neoliberisti, è ineluttabile che sia così. I dogmi del mercato senza regole, delle corporations e dei banchieri, non devono essere sottoposti a prove di veridicità. La demolizione delle norme a tutela del lavoro è già passata attraverso l’abolizione della scala mobile, l’esclusione dalla fabbrica di determinate rappresentanze sindacali, la precarizzazione dei contratti, il “referendum” Fiat-Mirafiori, la legge n.148/2011 e adesso, nonostante si possa da molti anni ricorrere ad un grande discount per approvviggionarsi di manodopera a basso costo, arriva l’epifania Monti-Fornero. In mancanza di qualunque leva svalutativa sulla moneta,  è giocoforza cercare di diventare competitivi sui mercati utilizzando la “flessibilità in entrata e in uscita”, aumentando i ritmi e l’orario di lavoro, abbassando i salari. Così la dittatura finanziaria permette alle imprese produttive di ripristinare la schiavitudine. Il refrain sull’entità del debito pubblico sostiene la svendita ai privati del patrimonio comune residuo e giustifica la scomparsa del welfare dietro un precetto costituzionale sul pareggio di bilancio. Chiudere il bilancio dello Stato senza disavanzo significa inibire alle istituzioni preposte la possibilità di intervenire nell’economia con provvedimenti d’interesse generale o comunque anticiclici. Con la modifica della Carta in tal senso si consegna irreversibilmente il Paese  nelle mani delle oligarchie finanziarie. Quando con gli abusi, quando con le leggi, quando con i trattati internazionali, quando per stretta subordinazione atlantica, nel silenzio pressoché totale dei media mainstream, gli Italiani sono stati definitivamente circondati. Come le cronache quotidiane delle vergogne nazionali e il girare a vuoto della macchina giudiziaria anche le future elezioni si ridurranno ad un evento mediatico d’intrattenimento. Per quanto siano numerosi  e valenti i gruppi che cercano di difendersi dall’accerchiamento, sembra che non esistano i presupposti per la costituzione di un fronte unico. Il 2011 ha visto fallire 50.000 aziende agricole ed altre 11.615 di diversa natura, 1800 interinali Inps sono stati buttati in mezzo ad una strada, la Valsusa sta subendo gli espropri dei terreni, gli “esodati” sono scesi in piazza chiedendo il rispetto dei patti firmati, i ferrovieri verranno posti in quiescenza oltre i 66 anni d’età, molti pensionati avranno difficoltà a pagare l’Imu, lo sfruttamento sul lavoro sta diventando la regola, i senza lavoro e gli indebitati con il fisco si ammazzano, Christine Lagarde si preoccupa perché le persone sono troppo longeve e gravano sulle finanze dello Stato, il calo dei consumi alimentari si fa drammatico, le rapine ed i furti aumentano, la recessione morde. La strategia militare insegna che davanti a delle forze schiaccianti, per non cadere nelle mani del nemico, si può scegliere tra il suicidio e la guerriglia. La guerriglia è un conflitto di movimento che deve guadagnarsi il sostegno della popolazione. Si colpisce e poi ci si ritira. Lo scontro si svolge attraverso punzecchiature , incursioni, imboscate, raid contro i centri di comando e azioni diversive.

Antonio Bertinelli 16/4/2012